Abbazia di S.Antimo

L’Abbazia di Sant’Antimo rappresenta un unicum, una delle testimonianze architettoniche più significative dell’epoca romanica, che si ispira a modelli transalpini e lombardi. Si tratta di un edificio monastico costruito tra l’XI e il XII secolo, la cui magnificenza viene esaltata dal paesaggio circostante, l’amena valle del torrente Starcia, in cui la presenza dell’olivo costituisce l’elemento caratterizzante.

Secondo la tradizione, l’Abbazia sarebbe stata innalzata lungo la via Francigena per volere di Carlo Magno, ma non esistono documenti che confermino questa notizia. L’imperatore avrebbe portato con sé le reliquie dei santi martiri Antimo e Sebastiano, ricevute dal papa Adriano I, facendone dono all’Abbazia. La prima attestazione della chiesa risale comunque all’814, quando Ludovico il Pio era succeduto al padre Carlo Magno. Fu in origine una potente abbazia benedettina, ma ha iniziato un percorso di decadenza a partire dal 1202, a causa dei contrasti con Siena. Nel 1291 l’Abbazia è passata ai Guglielmiti per volere del papa Niccolò V e nel 1462 fu soppressa da Enea Silvio Piccolomini (Pio II), annettendola a Montalcino, che fu elevata a diocesi grazie all’inglobamento della stessa Abbazia.

Nel XVIII secolo la chiesa era ridotta a un semplice oratorio con le navate occluse. Nel XX secolo è passata allo Stato cui ancora oggi appartiene. Solo in tempi recenti è tornata ad essere un centro di grandezza spirituale grazie all’operato di una comunità di Canonici Regolari Premostratensi stabilitasi in questo sacro luogo a partire dal 1992.

Abbazia di Monte Oliveto

La struttura dell’Abbazia rispecchia la classica impostazione delle abbazie benedettine: una chiesa imponente, un chiostro ampio ed uno o più chiostri piccoli, un’aula capitolare ed un refettorio. Nel caso dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore a questi si aggiunge la grande biblioteca. La cattedrale è stata costruita tra il XIV e il XV secolo. Come molte delle chiese senesi del periodo, la Cattedrale è un vero e proprio museo di arte sacra, dove oltre a splendidi dipinti si possono ammirare statue, opere ad intarsio come il leggio del coro di fra Raffaele da Brescia o le vetrate artistiche sulle pareti.

Il Chiostro Grande è completamente vistabile. Ogni sua nicchia è affrescata con dipinti o di Luca Signorelli o di Antonio Bazzi, detto il Sodoma. Complessivamente il Signorelli ed il Sodoma hanno dipinto 35 grandi affreschi rappresentanti i principali momenti della vita di San Benedetto. Questo ciclo di affreschi sulla vita di San Benedetto è forse il più notevole e completo tra quelli visibili in Italia. Dal Chiostro grande si accede al Refettorio situato al piano terra, e salendo le scale si arriva alla grande Biblioteca e all’aula capitolare oggi usata come Pinacoteca.

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